Silloge: Amore
(Autore. Mauro Montacchiesi)
***
E penso ai tuoi baci
Si sveglia l’aurora
nella sua culla
tra i mar di levante.
Sbadiglia e s’invola,
per poi planar dolcemente
su questa montagna
di granitica roccia
e finalmente la bacia,
con la sua ghirlanda
di lingue fiammanti.
E ripenso ai tuoi baci,
a quando guardavo i tuoi occhi
ch’annunciavano amore.
Ma adesso, chissà dove sarai!?
Voglio smarrirmi
tra i meandri del tempo,
voglio inebriarmi
degli aromi del mondo
e poi volare lassù,
in quell’aurora d’argento
e gridare forte
che non ti ho dimenticata
e gridare all’aurora
che ancora ti amo!
*
Il tuo afflato
E spunterà di nuovo il chiarore,
dagli sbadigli dell’antelucano,
che si effonde nell’aria, lontano!
Nelle tue pupille un bagliore!
Incorporeo il tuo afflato!
Ti si sprigiona un mite sussulto,
nell’adorazione sacra del culto,
di codesto miracolo elato!
A scuoterti verrà la felicità!
Amare te sentirai il cuore,
di un sentimento che mai muore!
Lui ti adora, con semplicità!
*
Oltre i remoti confini del tempo
Luce,
diafana, fresca linfa della mia anima,
oltre i remoti confini del tempo
supplicherò le sorde stelle lontane
perché non conosca corruzione la mia carne,
perché la tua pelle innocente e candida
possa continuare a scaldare
il mio corpo.
Oltre i remoti confini del tempo
supplicherò le sorde stelle lontane
perché la mia mente resti pura
perché pura è la tua luce
nella notte dei miei pensieri.
Oltre i remoti confini del tempo
supplicherò le sorde stelle lontane
perché per sempre brucino
le perverse brughiere
dalla mia anima,
perché poi vi esploda
un giardino di tenerezza,
dove accogliere la tua stessa anima.
Ed oltre i remoti confini del tempo
supplicherò le sorde stelle lontane
perché in ogni mio istante,
tra loro io vi possa scorgere te,
che sei la mia Musa,
la mia unica, pura sorgente
di vita.
*
Mi ricordano il loto
Le tue pupille
mi ricordano il loto!
Ora fiochi ora intensi,
vi brillan lampioni!
Vivificate
dalla malizia sopra le tue gote,
scagliano saette diaboliche!
Le tue pupille
mi ricordano il loto:
ora il fango, ora una rosa, ora l’oblio!
*
Strega
Strega,
al mio cuore sembran
fuoco infernale
la tua malìa,
le tue leggiadre forme,
la tua voce d’odissea sirena,
e quel tuo sesso di circèa maga,
che lussuriose emozioni
mi sanno regalare!
Mi hai stregato,
ma a me piaci così,
come sei:
Strega!
*
Dietro l’ultimo orizzonte
Il sole sta lentamente scomparendo
dietro l’ultimo orizzonte sul mare.
Tu ed io siamo qui, a piedi nudi,
sulla sabbia ancora tiepida.
La tua mano nella mia,
la tua mano mi dice che il tuo corpo vibra,
il tuo corpo mi dice che il tuo cuore freme.
Mi perdo negli smeraldi
degli occhi languidi tuoi,
che riflettono gli ultimi tremuli raggi di sole.
Mi perdo nei tuoi biondi capelli,
mossi dalla brezza marina.
Mi perdo nel tuo magico viso
…nei tuoi dolci baci.
Mi fa vacillare una forte emozione.
Spero che tu non sia mai
uno struggente ricordo,
voglio che tu sia sempre
la pazzia dell’anima mia,
il delirio del mio povero cuore che brucia.
Spero…voglio…
*
Opporti resistenza
L’impercettibile tuo afflato,
dalle tèpide tenebre cullato,
cosparge tutta la mia essenza,
posso come, opporti resistenza?
Femmina, gran lussuriosa amante,
m’hai tante volte amato: quante?
Che meraviglia queste tue tette!
Son di marmo e turgide le vette!
La tua pelle di morbida seta:
della mia libido sacra meta!
Del tuo corpo avverto l’odore!
Dai, destati! Facciamo l’amore!
*
Lacrime nei miei occhi
C’è pioggia sulla mia finestra
ed io ti sto pensando.
Ci sono lacrime nei miei occhi,
ma io ce la farò.
Ti mando tutto il mio amore
e ad ogni passo che faccio,
mi preoccupo per te.
Le mie antenne mi dicono tempesta,
ma riesco ancora a volare.
Tu sei la mia ragione,
tu sei il blu del mio cielo.
Una vita senza te,
un Van Gogh senza significato.
Ora sto camminando in strada,
nel più freddo dei miei inverni…
e la notte ridiventa giorno,
un nuovo giorno, come sempre…
*
Sconvolto da un amore
Sconvolto da un amore violento,
passionale e turbolento!
In balia degli eventi peregrinar senza mèta,
come gitana stella comèta,
fino a quando il soffio vitale,
perda la sua essenza brutale
e una brezza soave sia,
una melata malvasia,
che ricordi i bagliori
d’una culla di fiori!
*
Maliarda
Ch’io sia costretto a sbigottirmi,
nel delirio a smarrirmi,
a diventar pallido in volto,
fino in fondo sconvolto,
è un tuo desiderio,
per me deleterio!
E’ un tuo folle capriccio,
mio tormentoso feticcio!
Per un grezzo scialle,
dalle frange ormai gialle,
rinunciare alla trina,
di color cilestrina,
intarsiata di schegge lucenti,
belle come gemme(*) deiscenti!---------------(*)=talli
E quell’ordito di disperazione,
quella trama della mia abnegazione!
Intrecciare al telaio le tue frivolezze,
dolorose, inebrianti bellezze!
Il tempo sembra dissiparsi nel nulla,
mia dolce, odiosa fanciulla!
Maliarda, che infinitamente adoro,
della natura capolavoro:
è per tua scelta,
ch’ogni resistenza ha divelta,
che pregno di dolor recesso,
che come mesto cipresso,
siano nelle segrete dell’anima mia,
egra d’amor di bulimia, (*)------=malata d’amore di fame=malata di fame d’amore
laggiù, come dal perverso animo streghe,
come empie creature sacrileghe,
della passione la vipera letale,
che sembra aspettarmi al capezzale,
e il sempre vivo incendio, sempre ardente,
che mi consuma il cuor morente!
Ho solo una scelta: la resa!
La mia anima è indifesa!
*
Stalattite di ghiaccio
Ma dimmi,
comprenderai un giorno,
tu, oh tu,
pungente,
algida stalattite di ghiaccio,
come, fino a che punto,
avrei saziato
quel lussurioso,
que tuo bramato corpo,
in quelle aurore
ricche di bruma grigia,
quando sulla grande quercia,
stanca l’allodola
si posa e trilla?
Ma dimmi,
comprenderai un giorno?
*
Tra i pori della tua soave pelle
Tieni celati molti istinti,
passionali labirinti,
tra i pori della tua soave pelle,
che di candor eccelle!
Si sparge tutt’intorno da questa,
come di fragranza una festa,
gradevole l’essenza olezzante,
elettrizzante, eccitante, esaltante,
di lillà d’una pannocchia,
che mi conquista, inginocchia,
e la sua impalpabile ebbrezza,
che cancella ogni asprezza,
che piacevolmente stordisce
e dolcemente rapisce,
e l’inatteso stupore,
tutto rende indolore!
E quei tuoi occhi caldi,
che mi guardan spavaldi,
splendon di brillantezza,
di lussuriosa arditezza,
limpidi zaffiri come turchesi,
come fuochi d’amor sempre accesi,
mentre tenti di trovar il mio petto,
o duro il sesso mio eretto!
Avida con bramosia,
senza prude ritrosia,
vuoi portarmi via quindi,
là, dove con le stelle tu brindi,
e più in là molto ancora,
dove il ciel si scolora,
in un’atmosfera di quiete,
dove pace il cuor miete!
Adesso di sè fan bella mostra le gote,
senza fremiti, immobili, immote,
prive di tensione, or vellutate,
dall’erotico amplesso placate,
ma poi nascoste alla vista, da serene lacrime di delizia,
da un dolce pianto di letizia,
similmente ad un neonato bocciolo asperso di rugiada,
che verde di color ricorda la giada!
Sfiorandole con tenerezza, senza guardarle,
come posso dimenticarle,
irresistibili per le mie labbra calamita,
vi comprendo la tua libertà, la tua gioia infinita,
con me in cielo d’esserti librata,
dalla materia affrancata,
ed ancora più su, per poi tornare nel letto,
soddisfatta, a riposar sul mio petto!
E le tue tette, due montagne caldamente innevate,
bianche, sode, immacolate,
con due areole rosa ed i mezzo due picchi,
colorati quasi di caffè come i chicchi!
Ed il tuo sesso, nero, come un piumaggio corvino,
che meraviglia, che paesaggio divino!
Invitante, come prelibato manicaretto,
appetitoso, attraente, luogo benedetto!
Sembrano veramente tanti gli istinti che tieni celati,
ora ardenti, ora violenti o mielati!
La tua candida pelle, è ora rilassata,
e come sempre liscia, levigata, glassata,
ma presto nuovamente contratta da afrodisiaci spasmi,
ma presto nuovamente contratta da frenetici orgasmi!
E’ qui che voglio morire:
tra le lussuriose, avvolgenti tue spire!!!
*
Il tuo amore
Mia adorata,
sembra un sentiero di argentina linfa errabonda,
dove di notte la luna si specchia,
sembra un sentiero di divina di luce dorata,
dove di giorno il sole sorride,
il tuo amore che prorompe dalle porte del paradiso,
il tuo amore che prorompe dai muschiosi pianori,
e luccica, e mormora lassù,
dove principe è lo stambecco e l’aquila vedetta,
della verde valle brumosa alla volta,
pur non riuscendo ad illuminarla, pur non arrivando ad irrigarla,
pur non riuscendo a gustare il sorriso delle argentee betulle,
pur non riuscendo a scrollare
il distacco dell’antico acquedotto che perde i suoi pezzi
o a penetrare l’umida fragranza delle piante del grande fiume,
dove gioiosi giocano i castori dal morbido pelo bruno.
E pur non arriva alla struggente malinconia della valle,
e pur non arriva alle verdi distese trapunte di fiori.
Luccicando, mormorando, avanza alla volta della valle,
vagisce lassù, alle porte del paradiso, in mezzo alle vette maestose ,
sino quasi a lambire il cièlo turchese dei ghiacciai perenni!
Dolcemente si snoda, fluisce, effervescente di luce, di spuma,
confondendo nel suo alveo i ciottoli scuri tra le acque argentine!
Si snoda, fluisce, insieme ai suoi ghirigori di luce, di acqua,
insieme alle sue trote che lo risalgono schivando i risucchi dei mulinelli!
Si tuffa, nelle sue stesse profondità,
nelle stesse profondità delle sue luci e delle sue acque,
e poi riaffiora, fino quasi a volare, il tuo amore,
delirante di quel trambusto ch’è suo!
Si snoda e fluisce in mezzo ai pianori contornati da rocce e licheni,
dove è l’usignolo è menestrello e lo scoiattolo aèdo,
alla volta della druda verde valle, quasi braccandola ,
pur non arrivando ad illuminarla,
pur non arrivando a baciare la valle della mia anima,
ma sa, che molto presto ce la farà!
*
Insieme a te
Brillante briosa effervescente
questa melodia mi rapisce dal mondo
i suoni non si fermano in basso
ma poi smettono di ascendere anche
e disegnano sul cristallo della finestra
un glicine assurdamente profumato
bianco violetto.
Un letto
una sedia
una vecchia psiche inclinata
il soffitto
la finestra
tutto questo è la mia malinconica nicchia.
Insieme a te
mai triste
lasciando calare le palpebre
mi rivedo
sulla spiaggia di notte.
*
Venere luminosa
Amore
recitami poesie
di stelle scintillanti
di primaverili campagne
di tiepidi sussulti di sole
o d’argentee betulle
da luce baciate
che guardano ad est.
Così
mentre tu parli
riverbera di luce e calore
fra ialine gocce di vespro
il corallo di fuoco
che ammanta il creato.
Fiore iblèo
il ghirigoro di questo tramonto
che tende le braccia
all’amplesso serale.
E ad ovest eccola lì
Venere luminosa
della sera prima è la stella
tra cristalli di ghiaccio che fa capolino
a spiar l’innamorate pupille
nell’ora che più struggente volge il desio.
A lei vola un mio bacio
gemma lontana
nell’azzurro ormai blu della notte
dolce fiaccola del giorno che muore
tenero vagito della notte che nasce.
A lei chiedo
effondi le tue note d’amore
falle viaggiare sulle brezze serali
portale a noi innamorati
sempre più folli
della tua notte
sempre più schiavi!
*
A te, donna, certo…
Al tuo spirito,
la mia fantasia lascio volare.
Al tuo spirito,
donna che senza ambiguità profondamente adoro.
A te,
donna, certo,
che tormento m’insinui.
A te,
donna, certo,
che nel tuo intimo per me non parli.
Io sono il ghiaccio
e tu il fuoco
che caldo mi dissolve.
Io sono la roccia che affiora
e tu il dolce flutto
che mi amorevolmente blandisce.
Rosa rossa, orchidea di fuoco,
non sempre così ho provato amore.
Vorrei,
che nella mia anima scendessero le stelle.
Vorrei,
che del mio sentimento tu non diffidassi.
Un sentimento,
che sempre ti è stato fedele.
Una passione,
dell’universo oltre i confini.
*
Che risana ferite
Piacevolmente mi inebrio
della fragranza della lussuria
teobroma
ambrosia
che risana ferite
che fa sentire immortale.
Ed inizio libandola
sorbendola a fior di labbra.
Subito dopo
impeto inarrestabile
seguito da
profonda amarezza
irruenza alienazione.
Ed è torrido fuoco che divampa
sublime tormentoso struggimento
di questa mia vita.
È sentimento profondo
che irrimediabilmente unisce
che ad alte temperature da nuova forma.
Selvaggiamente bestiale
turbolento uragano.
Vortice abissale dell’esistenza.
Sono granello di stella
filo d’erba sbattuto senza riparo.
D’improvviso la mente si ritrova gitana
lentamente tra i grigi platani
di un triste struggente viale d’autunno.
Grigi platani
che osservano il pianto il delirio
il pianto il delirio della dolce pazzia!
*
Julienne
Julienne
una violenta struggente storia d’amore
Io
uomo a vent’anni
centrifugato dai giorni
verso lidi remoti
rapito quasi sprofondato
nel mio elucubrare
nelle mie terebranti emozioni
di paradossale eremita
per una femmina
che riaffiora tra le onde
d’un mai spento passato.
Palingenesi di un passato
incomprensibilmente sibillino
buio
che riporta l’illusione effimera
dell’esistenza piena
della gioia
della totalità dell’amore
dello star abbracciati.
*
…di un fiore di Venus
Lentamente lascio calare le palpebre.
La mia mente inizia la sua catabasi,
inizia a percorrere le profonde, tortuose anse,
dei segreti, impenetrabili sentieri del mio labirinto.
La mia mente non vede, la mia mente ha percezioni
oggettivamente icastiche di quella realtà che non vede.
La mia mente ha percezioni sinestetiche
del buio che non vede, del freddo che non sente,
dell’umidità che non la penetra.
Poi, disperatamente, nel fondo del mio labirinto,
percepisce una botola che si disintegra,
una botola che la fa precipitare ancora più giù,
oltre quel fondo che credeva invalicabile confine,
centripetata da un maelstrom,
che la risucchia, nella percezione di un bènthos
e lì, paradossalmente, in un caleidoscopio di metazoi,
vede, sente, s’inebria di un fiore di Venus,
blandito da tèpide acque.
Questo simbolo di amore eterno,
ha ridato speranza alla mia mente,
che vagava in una brughiera di superficie,
che è colata a picco,
che non ha toccato il fondo soltanto perché è andata,
attraverso, oltre il fondo,
che è stata centripetata da un maelstrom,
per scoprire, per capire,
che ovunque, che inopinato, si può trovare l’amore.
*
Il mio amore per te
Similmente
ad un bocciolo di rosa che,
sorridendo,
lentamente si apre alla vita,
non fa rumore,
il mio amore per te.
Emana fragranza,
similmente ad un tenue giorno di aprile.
E’ molto più caldo
di un raggio del sole di luglio.
E’ un porto sicuro
che dalla burrasca ripara.
E’ la pietra filosofale,
che tutto rende possibile.
Il mio amore per te!
*
I sentimenti rimuovere
Pur se talora è simile
al sapor dell’assenzio
l'Amore
ogni resistente cortina distrugge.
Per ogni questione
un soffocato disinganno.
Senza coraggio
senza libera scelta
nella disperazione affogare.
In parole di calma elettrica
i sentimenti rimuovere.
Di idee anche mancare.
Lo stesso
non ricusare
alla fine
quel non sentimento
che è sentimento
per egoismo
per paura.
*
Per molto tempo
Da te
saper ho voluto,
il tuo sguardo come mai,
su di me indugia,
similmente
ad un puro astro del firmamento
dentro ad una galassia buia.
Per molto tempo
hai posato su di me il tuo sguardo,
nel modo in cui,
con gli occhi,
si accarezza un fanciullo.
Delicatamente,
quindi,
mi hai sussurrato:
sei così malinconico
e per questo ti amo.
*
Al tuo gioioso sorriso
Come il respiro
così anelo volare
per poi planare nel giardino
del tuo gioioso sorriso
ed atterrare tra le rose
tra i vermigli petali delle tue labbra
e come il respiro
inabissarmi nelle vastità sconfinate
di quelle verdi
smeraldine tue gemme
e come il respiro
volteggiare
tra i quieti fragori della tua anima
e catturarne l’aroma
per un respiro ancora
e poi di nuovo, ancora
e viverti dentro
e viverti accanto
e col respiro
“amore mio” sussurrarti!
*
Il bandoneon
Un tango di Astor Piazzolla
dolcemente strugge la tangueria.
Un ritmo lento, un’orchidea di fuoco,
e poi,
nient’altro che una fioca penombra.
Il bandoneon risveglia l’incanto di una voce,
della tua voce che freme.
Il bandoneon io,
la voce, tu.
Il nostro duetto,
rosa rossa è l’amplesso,
continua nella trepida attesa,
di chi avrà il coraggio
di dissipare l’incanto:
di chi,
senza troppe domande,
avrà spenta la fiamma.
*
La vaga tristezza
Priva di forze
la prima luce del mattino
sopra le colline
getta qua e là
delle stelle che lentamente si spengono
la struggente inquietudine.
Con zuccherose poesie
quelle che avevo scritto per te
la vaga tristezza
la mia anima fa addormentare
nei raggi letèi
di stelle al declino.
Poi,
sogni inverosimili,
fotocopie di stelle
che si affievoliscono
sui letti dei fiumi.
Pensieri angosciosi,
ricordi ossessivi,
rossi,
come vivi rubini,
si rincorrono in fila,
negandosi requie,
si rincorrono,
fotocopie di stelle
che si affievoliscono
sui letti dei fiumi.
*
Una gleba deserta
Bussa novembre con mulinelli di rami staccati.
Nella mia struggente inquietudine riaffiora il tuo allegro sorriso.
E in questi giorni, in questi giorni che ogni cosa allontanano,
del trionfo,
pure il cocchio di Apollo attorniato da coro di Muse,
sembra svanire nel vento.
E di te rivedo il sorriso, ma lo stesso vento se lo porta via.
La mente,
la mia mente ritorna alle fiamme della nostra rosa rossa,
che non era schiava del tempo, che non conosceva tristezza,
quando ci isolava dal mondo con fragorosi silenzi d'amore.
Adesso la mia pelle
è soltanto una gleba deserta lasciata alle ortiche.
Dov’è la tua brezza?
Dove sono le fresche tue gocce d'amore?
Muoio di caldo, muoio di freddo, se tu non ci sei.
*
La spinosa rosa rossa
Il magico sortilegio della poesia,
la suggestione irrazionale del viaggio.
Di nuovo si agitano favolose chimere,
per troppo tempo rimosse.
Rimpianti nostalgicamente sepolti.
Intime inquietudini mai declamate.
Il fuoco che improvvisamente,
rapidamente divampa.
La spinosa rosa rossa,
le notti ad occhi aperti a contare le stelle.
Stringerti a me
e languidamente guardarti,
mentre gli occhi riapri.
Sentire sempre veemente l’impulso
dell’audace coraggio.
Struggermi
ed essere ebbro di felicità.
Della sublime pena d’amore,
il cliché che si ripete
e mi balocco,
in una chimera di passione.
*
Ed intanto---
Nei plessi aggrovigliati
del mio labirinto
si smarrisce anche la bussola.
Il senso della mia vita,
questo vorrei trovarvi
ed invece,
soltanto deliranti utopie.
Su teorie
di momenti privi di luce,
ordisco le mie fantasie.
Chissà,
ti regalerò un altro segno del tempo.
Ho nostalgia
di ciò che non vuole tornare,
di ciò che per un attimo di eternità
ci ha resi unici.
Ed intanto,
flebili afflati si lacerano.
Le tenebre risucchiano
anche il ricordo
del tuo dolce bel viso.
*
In un diadema variopinto
E ti balocchi
come vela di prua nella brezza marina
a ciascun trionfo del sole che bacia tiepido i fiori
con i bagliori improvvisi
con gl’intensi lucori dell’immenso creato
per le stelle trovando un segreto passaggio.
Come ospite evanescente
fluorescente lucciola serale
ti posi sui boccioli sulle sorgenti
fulgenti di riflessi lunari.
Sei tu come questa rosa rossa che la mia anima scossa respira
ti pitturo nei miei sogni ti catturo nella mia mano
con le penetranti tue spine
coi tuoi odori sempre vibranti
con i tuoi vermigli petali
ora di fuoco ora terribili artigli.
Da quando il mio amore è sbocciato
da quando assedia le mie gambe il tremore
non riesco più a vederti ad altra simile
perché mi sconcerti.
In acquerello voglio ritrarti
pitturarti col pennello
in un diadema variopinto
bianca blu d’un giacinto amica rosa.
Nella notte che ha ceduto a questo giorno
quando solo frastorno è il silenzio
la coda di una cometa faceta e sorniona
ha costruito i tuoi occhi
del mio respiro balocchi preziosi
tra i brillanti di Orione nel loro magico alone
ed io ho visto te mio felice imprevisto
prim’ancora che tu nascessi
agli ingressi del paradiso.
*
Quanto dolore
Per l’anima trafitta
è quasi impossibile
la sofferenza
annegar nell’ oblio.
Per tutti i miei giorni
ho creduto che l’amore
il tuo amore
sarebbe durato.
Invece
s’ è frantumato
l’ ho dovuto accettare.
Quanto dolore
sotto le malinconiche stelle
dopo un insipido pasto.
Sofferenza
che tuttavia non conosce
astio
risentimento.
Erano tenebre dolci
di tremule stelle
di canzoni di gioia.
Oggi null’ altro
che lacrime amare.
Nostalgia dolorosa
tanto è il mio amore
tanto
ogni giorno i più.
*
Ricerco il tuo viso
Un pesante fardello
rallenta i miei passi
mentre tento di incedere
tra le ore più cupe.
Nel loro grigiore
ricerco il tuo viso
mi logora il dubbio
che solo
sia stata tu fantasia.
Si sta svegliando il crepuscolo
di un anonimo giorno che muore
anonimo
e tuttavia uguale
nelle sue mille tristezze
ebbre di malinconia.
E così, d’improvviso,
rieccoti, tu,
fantasia,
che mi riporti sussulti di vita.
Andrò altrove,
andrò lontano.
Eviterò le tenebre
tornerà il sole
e con il sole
l’amore.
*
...come neve di maggo
Il pendolo
inesorabile
scandiva le ore
veloce
troppo veloce.
Stare abbracciati
non era mai abbastanza.
Languide carezze
“ti amerò per sempre”.
Così
similmente al sole
che dirada la nebbia
così
è svanita ogni illusione
come neve di maggio!
*
…di cieli alieni
Mi trascini ogni istante
attraverso galassie che si smarriscono
nei cuori di cieli alieni
dove la tua voce si fonde
con il concerto delle stelle
dove i tuoi occhi si specchiano
nelle fantastiche acque di ruscelli cosmici
che solcano la mia follia.
E rimango a guardare la luce irreale
che scintillante ti ammanta
che la tua anima irradia.
Amore mio
nelle mie fantasie mi smarrisco in te
affascinante misteriosa irraggiungibile
come la luna.
Vorrei essere
raggio di stella
posarmi sulle tue labbra
Signore dell’universo
farti dono delle sue gemme più belle.
Ecco
sembra che dal tuo cuore sgorghino versi.
In questi istanti di dolore sei tu
Musa amore perduto
bagliore di stella glissando di un arpa
che struggente inesorabile
si smorza nel tempo.
*
E d’improvviso
Spero sempre di trovarti
nello scrigno dell’oblio.
E d’improvviso
non sembra lontana
la melodia della tua voce
che sembrava dar linfa
alle vene del silenzio.
Mi affrettavo alla porta del bar
per vederti passare.
Il mio sguardo rapiva il tuo
il tuo il mio
ed i nostri cuori sembravano parlarsi
accelerando i battiti
in un eloquente silenzio.
*
…di fantastico sogno
Una dolce melodia
di fantastico sogno
ed in mezzo
alle languide poesie
della diafana pioggia
tu mi regalavi
l’amore immortale
in quegli attimi
di eterne promesse.
*
Sparsi tasselli
E tento di rimettere insieme
gli sparsi tasselli
del nostro mosaico.
Verdi smeraldi di fantasie
struggenti memorie intarsiate di platino.
Non mi muovo
dalla malinconica luce
di soavi sorrisi
se non dopo
che la tiepida aurora
abbia dissacrato
il fascino della magia.
*
Nel sibilo del vento
La mia anima è pura,
te la voglio regalare.
La mia anima,
un tassello nel mosaico
costruito dallo scandire del tempo,
che fonde la mia essenza nella tua,
nel passato, nel presente, nel futuro,
nel sibilo del vento,
che fugge lontano.
*
Uno zèfiro soave
I giorni si susseguirono,
noncuranti di soste.
Del tuo dolce bel viso,
esaltarono soltanto l’oblio.
Uno zèfiro soave,
mi lusingò con aspre illusioni.
Maggio era nel suo splendore.
Tra le gemme delle sue rose,
mi illusi di trovare te.
*
…come fiocco di neve
Sembravi una campanula,
scossa dalla brezza serale,
quando per la prima volta t’abbracciai.
Effimera, come fiocco di neve maggenga,
svanì la passione,
nella delicatezza tenue,
di un’alba che nasce.
*
…dolcemente blandiscono
Queste foglie autunnali,
languidamente variopinte,
nella loro struggente solitudine,
lentamente si dileguano,
tra le spire del vespro che nasce.
Amorevoli,
dolcemente blandiscono,
le psichedelie astrali,
della mia labile mente,
che si strugge per te.
*
…verso mondi lontani
Si susseguono i giorni
e la mia mente vola spesso distratta
verso mondi lontani
e lì racconta di te, di noi,
del nostro respirarci,
così eterno, sempre più,
ogni giorno sublime.
*
Ed infine tu
E pian piano, ti sei plasmata,
germogliando dalle mie fantasie.
Tu, gitana nei miei sogni.
Frenetiche palpitazioni, le mie.
Ed infine tu,
hai deciso come, hai deciso quando,
l’invasione del mio universo,
meticolosamente, dall’alto studiando,
gli spasmi della mia anima,
i boccioli di rosa, lì gemmati per te.
*
…delle tue fantasie
Non fermarti,
diventa Regina del tempo.
Scrivi un romanzo,
con lingue fiammanti che incendiano il cuore.
Sarò difensor delle tenebre
…delle tue fantasie, che laggiù dimorano.
Con le mie dita,
gentilmente toccherò le tue labbra
…con un’infinità di sguardi, respirerò la tua pelle.
*
…nel gelo del vuoto
Ho scompigliato l’ordine dei giorni,
ho scompigliato la luce ed il buio.
Frammenti di te e di me,
disordinatamente sparsi,
nel gelo del vuoto,
che hai lasciato fuggendo.
*
Resterò a guardarti
E planerò, lentamente, con ali di zucchero,
sulle diafane gote del tuo dolce bel viso.
Le sfiorerò, con leggiadria, con blando tepore.
Resterò a guardarti, resterò muto.
Anelo trovare ristoro dentro di te,
percepire di nuovo, più forte,
il respiro della tua anima,
ch’al giorno ancor non s’è desta.
*
All rights belong to its author. It was published on e-Stories.org by demand of Mauro Montacchiesi.
Published on e-Stories.org on 31.03.2017.
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